Il paziente accusa inizialmente cambiamenti frequenti nella prescrizione delle lenti degli occhiali o una ridotta tolleranza alle lenti a contatto.
La diagnosi viene formulata dopo una visita oculistica completa che comprende:
- valutazione del segmento anteriore (che consente di individuare le forme più grave);
- misurazione dell’acuità visiva naturale e corretta (qualunque variazione non associata ad opacità dei mezzi deve prevedere un approfondimento);
- valutazione del tono oculare
- valutazione del fondo oculare (la malattia si associa talvolta a patologie retiniche);
- pachimetria corneale (evidenzia l’assottigliamento della cornea)
- Topografia corneale con Schempflug camera (evidenzia l’irregolarità corneale).
Negli stadi iniziali il trattamento del cheratocono deve mirare ad ottenere due obbiettivi:
- arrestare l’assottigliamento stromale;
- correggere il difetto refrattivo in modo da ottimizzare il visus del paziente.
Per arrestare l’assottigliamento corneale il paziente viene sottoposto a crosslinking corneale. Per mezzo di questa tecnica le fibre connettivali dello stroma corneale vengono rafforzate. Il crosslinking anticipa un processo fisiologico che si manifesta intorno ai 40 anni e che porta all’arresto dell’assottigliamento corneale.
Per correggere il difetto refrattivo è possibile fare ricorso alle lenti a contatto rigide
In alcuni casi di cheratocono molto iniziale si può ricorrere al trattamento col laser ad eccimeri per correggere il difetto refrattivo.
Negli stadi più avanzati della malattia i due obbiettivi sopracitati possono essere raggiunti solo per mezzo di una cheratoplastica perforante o lamellare.