Fattori predisponenti comuni sono:
- l’età avanzata;
- l’ipertensione arteriosa;
- l’iperlipidemia;
- il diabete mellito;
- aumento della pressione intraoculare.
Fattori predisponenti meno comuni sono:
- i disordini mieloproliferativi;
- stati di ipercoagulabilità acquisiti:
- stati di ipercoagulabilità congeniti:
- malattie infiammatorie associate a periflebite occlusiva.
La sintomatologia dipende dall’entità del drenaggio maculare compromesso dall’occlusione. I pazienti con coinvolgimento maculare presentano un repentino offuscamento visivo con metamorfopsie e un difetto relativo del campo visivo.
La diagnosi viene formulata dopo una visita oculistica completa che comprende
- misurazione dell’acuità visiva naturale e corretta (qualunque variazione non associata ad opacità dei mezzi deve prevedere un approfondimento);
- valutazione del fondo oculare (al fine di individuare l’area retinica coinvolta);
- misurazione del tono oculare (al fine di escludere l’ipertono oculare come causa della malattia);
- fotografia del fondo oculare (per consentire di seguire visivamente nel tempo l’evoluzione del quadro clinico);
- tomografia a coerenza ottica (per escludere o valutare l’entità dell’edema maculare);
- fluorangiografia ( per valutare l’area retinica coinvolta ed eventuale ipofluorescenza dovuta a ll non perfusione capillare).
- La prognosi è buona ed il 50% dei pazienti raggiunge i 5/10 di acuità visiva.
Le due principale complicanze per l’acuità visiva sono:
- l’edema maculare cronico che può trarre beneficio dell’iniezione intravitreale di desametazone o l’iniezione intravitreale ciclica di antiVEGF;
- la neovascolarizzazione retinica che compare da 3-12 mesi dalla comparsa della malattia.
Al fine di escludere la persistenza di edema o la sua ricomparsa e la neovascolarizzazione retinica è previsto un follow-up di circa tre anni. La cadenza deve essere trimestrale nel primo anno e poi semestrale nel 2° e 3° anno. Il follow up deve comprendere:
- valutazione del segmento anteriore ( per escludere neovasi iridei);
- misurazione dell’acuità visiva naturale e corretta (qualunque variazione non associata ad opacità dei mezzi deve prevedere un approfondimento);
- valutazione del fondo oculare (al fine di individuare l’area retinica coinvolta);
- misurazione del tono oculare (al fine di escludere l’ipertono oculare come causa della malattia);
- fotografia del fondo oculare (per consentire di seguire visivamente nel tempo l’evoluzione del quadro clinico);
- tomografia a coerenza ottica (per escludere o valutare l’entità dell’edema maculare).
La fluorangiografia verrà effettuata al primo controllo e successivamente solo su indicazione dell’oculista (per valutare una eventuale ipossia retinica in grado di favorire l’insorgenza di neovasi).